domenica 30 novembre 2008

Massimo Donà - Mercoledì 10 dicembre

Dalla cosa all'opera: L'APORIA DEL FONDAMENTO
Ore 10.30

giovedì 13 novembre 2008

dott. Luca Grion (Docente di Filosofia morale Università di Udine): "Introduzione al pensiero di Emanuele Severino"

Mercoledì 26 novembre

dott. Marcello BARISON (Phd SUN): "Heidegger: Costruire abitare pensare"

Martin Heidegger, Costruire Abitare Pensare in Saggi e discorsi, Mursia Editore, Milano 1991.
martedì 25 novembre 

DOTT.SSA SILVIA CAPODIVACCA: Un’illusione necessaria. La soluzione estetica di Friedrich Nietzsche

Primo passaggio: dal «mondo vero» al mondo apparente
Come Nietzsche destituisce il valore associato a ciò che comunemente è inteso come veritiero e come procede verso la valorizzazione dell’illusione e dell’apparenza
⋅ «Che cos’è dunque la verità? Un mobile esercito di metafore, metonimie, antropomorfismi, in breve una somma di relazioni umane che sono state potenziate poeticamente e retoricamente, che sono state trasferite e abbellite, e che dopo un lungo uso sembrano a un popolo solide, canoniche e vincolanti: le verità sono illusioni di cui si è dimenticata la natura illusoria, sono metafore che si sono logorate e hanno perduto ogni forza sensibile, sono monete la cui immagine si è consumata e che vengono prese in considerazione soltanto come metallo, non più come monete»
F. Nietzsche, Su verità e menzogna in senso extramorale, in Opere, vol. III/2, p. 361.
⋅ «Che la verità abbia maggior valore dell’apparenza, non è nulla più che un pregiudizio morale; è perfino l’ammissione peggio dimostrata che ci sia al mondo. Si voglia dunque confessare a se stessi quanto segue: che non ci sarebbe assolutamente vita, se non sulla base di valutazioni e di illusioni prospettiche; e se si volesse con il virtuoso entusiasmo e la balordaggine di alcuni filosofi togliere completamente di mezzo il “mondo apparente”, ebbene, posto che voi possiate far questo, – anche della vostra “verità”, almeno in questo caso, non rimarrebbe più nulla!»
F. Nietzsche, Al di là del bene e del male, in Opere, vol. VI/2, aforisma n. 34, p. 42.

Secondo passaggio: dal mondo apparente all’arte. Un appello
Perché Nietzsche si rivolge agli artisti e cosa intende imparare dal loro modo di rapportarsi con la realtà fenomenica
⋅ «Ciò che si deve imparare dagli artisti. Quanti mezzi abbiamo per fare belle, attraenti, desiderabili le cose, quando non sono tali? Io penso che in sé esse non lo siano mai. A questo punto, i medici hanno qualcosa da insegnarci, quando per esempio diluiscono l’amaro oppure mescolano vino e zucchero nei recipienti delle loro misture; ma ancor più hanno qualcosa da insegnarci gli artisti, che in realtà son di continuo intenti ad escogitare invenzioni e giuochi di prestigio di questo genere; ad allontanarsi dalle cose, finché molto di esse non lo si vede più e molto invece si deve aggiungere con i nostri occhi per vederle ancora – oppure a vedere le cose di lato e come in uno scorcio – o a disporle in modo che in parte restino dissimulate e offrano soltanto la possibilità d’intravederle in prospettiva – ovvero a contemplarle attraverso un vetro colorato o alla luce del tramonto – o a dar loro una superficie e un’epidermide che non abbia una piena trasparenza: tutto questo dobbiamo imparare dagli artisti, e per il resto essere più saggi di loro. In essi, infatti, questa loro sottile forza cessa di solito, laddove cessa l’arte e comincia la vita; noi, invece, vogliamo essere i poeti della nostra vita e in primo luogo nelle cose minime e più quotidiane»
F. Nietzsche, La gaia scienza, in Opere, vol. V/2, aforisma n. 299, p. 174. 

Ebbrezza e bellezza: il grande stile dell’arte
⋅ «Il grande stile nasce quando il bello riporta la vittoria sul mostruoso»
F. Nietzsche, Umano troppo umano. Secondo volume, in Opere, vol. IV/3, sezione Il viandante e la sua ombra, aforisma n. 96, p. 181.
⋅ «Il senso supremo della potenza e della sicurezza prende espressione in tutto ciò che ha grande stile. La potenza che non ha più bisogno di dimostrazione: che disdegna di piacere; che difficilmente dà una risposta; che non si sente circondata da testimoni; che, senza averne coscienza, vive del fatto che esista una contraddizione contro di essa; che riposa in se stessa, fatalisticamente, una legge tra le leggi: questo parla di sé nella forma del grande stile. –»
F. Nietzsche, Crepuscolo degli idoli. Ovvero come si filosofa con il martello, in Opere, vol. VI/3, sezione Scorribande di un inattuale, aforisma n. 11, p. 115.

Dall’estetica all’ontologia: volontà di potenza come arte
Se la positività dell’arte consiste nella sua capacità di instaurare un rapporto nei confronti dell’illusione, il suo limite si rivela nel momento in cui resta intrappolata nelle maglie dell’estetica. La volontà di potenza è ciò in forza di cui si la l’arte viene vivificata e al contempo la vita diviene opera d’arte
⋅ «L’arte vale più della verità»
F. Nietzsche, Frammenti postumi 1888-1889, in Opere, vol. VIII/3, p. 289.
⋅ «Ogni arte loda, magnifica, enuclea, trasfigura – rafforza certi valori: si dovrebbe poter prender ciò solo come un accessorio, come una causalità dell’azione? Oppure ciò sta già alla base della “capacità” dell’artista? L’affetto dell’artista si riferisce all’arte stessa? O non piuttosto alla vita? [...] L’artista comunica soprattutto il suo stato in relazione a queste cose terribili della vita: questo stato stesso [...] chi l’ha vissuto lo tiene in altissimo onore e lo comunica, sempreché sia un essere comunicativo, ossia un artista. Il coraggio di fronte a un possente nemico, a una sublime avversità, a un crudele problema – esso stesso è lo stato superiore della vita che ogni arte della sublimità magnifica»
F. Nietzsche, La volontà di potenza, ed. a cura di G. Brianese, pp. 132-133.

Mercoledì 19 NOVEMBRE - aula B - Luigi Perissinotto: Dal bello al corretto

domenica 2 novembre 2008

Oggetto: sospensione delle lezioni – mercoledì 05 novembre 2008 – dalle ore 10.30 alle ore 14.30

Su richiesta del Magnifico Rettore e come concordato dal Senato Accademico del 29 ottobre 2008, il Preside sospende le lezioni della 2° e 3° fascia di tutti i Corsi di Studio della Facoltà di Ingegneria (Udine e Pordenone).

tale sospensione è richiesta per consentire la partecipazione del personale e degli studenti all'Assemblea Generale indetta dal Magnifico Rettore.