martedì 30 settembre 2008

PROGRAMMA D'ESAME

DESCRIZIONE 
Ne L’occhio e lo spirito il filosofo francese M. Merleau-Ponty scrive che «la scienza manipola le cose e rinuncia ad abitarle», il corso prende avvio da questa affermazione e da due parole in particolare: «abitare» e «cosa». Il progresso scientifico e tecnologico ha profondamente mutato il nostro modo di considerare e utilizzare le cose; la fenomenologia segna, fin dagli esordi con la riflessione husserliana, un tentativo di recupero delle «cose stesse»: tale ritorno diventerà il motto del movimento fenomenologico.
La prima parte del corso intende problematizzare la nozione di «cosa», analizzando una serie di questioni legate alla percezione visiva, attraverso l’utilizzo di esempi in grado di evidenziare i problemi che scaturiscono dal rapporto tra percezione e pensiero. Affronteremo diversi nodi problematici connessi all’apparire della cosa, alla sua raffigurazione e alla possibilità di poterne dubitare. Descriveremo il metodo della fenomenologia della percezione per applicarlo prima, in risposta allo scetticismo, al problema della percezione del mondo esterno e poi alla sua rappresentazione. Prenderemo in esame la fenomenologia della percezione confrontandola con la Psicologia della forma (Gestaltpsychologie) nei suoi più recenti sviluppi, discutendone le implicazioni teoretiche ed epistemologiche. L’approccio gestaltistico al problema della percezione visiva verrà ulteriormente esaminato attraverso le analisi di L. Wittgenstein: in particolare saranno evidenziate e discusse le nozioni di «esperienza immediata», «somiglianza» e di «vedere come». Chiarito il senso della percezione, esso sarà posto in relazione alla nozione d’«opera d’arte»: seguendo in particolare le riflessioni di Merleau-Ponty e di Heidegger evidenzieremo le implicazioni teoriche che il senso primordiale della percezione pone rispetto alle cose, al pensiero, all’abitare e alla produzione dell’opera d’arte. La relazione tra la cosa e la produzione artistica sarà ulteriormente approfondita attraverso la riflessione sulla tecnica sviluppata da E. Severino.
Il passaggio dalla «cosa» all’«opera d’arte» sarà analizzato in particolare attraverso la discussione di due testi rappresentativi di due diversi approcci all’estetica: da un lato, sul versante fenomenologico-ermeneutico, L’origine dell’opera d’arte di M. Heidegger, dall’altro, sul versante analitico, sarà preso in esame il testo La trasfigurazione del banale di A. C. Danto. L’ultima parte del corso intende sviluppare e analizzare l’apporto che l’estetica analitica, a partire da I linguaggi dell’arte di N. Goodman, ha fornito su tali problemi.

PARTE GENERALE 
L’antologia a cura di E. Rocca, Estetica e architettura, il Mulino, Bologna 2008 non è obbligatoria per i frequentanti del corso. La parte generale sarà affrontata con il contributo di ospiti esterni specialisti dei problemi e degli autori legati all’estetica, attraverso la discussione critica di alcuni saggi tratti dal testo antologico. Sono stati invitati a intervenire: dott. M. Barison (Phd, Università di Napoli) / dott. A. Bertinetto (Università di Udine) / R. Calligaro (Artista) / dott. D. Cantone (Università di Trieste) / dott.ssa S. Capodivacca (Phd, Università di Padova) / prof. G. Derossi (Università di Trieste) / prof. M. Donà (Università di Milano) / dott. M. Ghirardi (Università di Padova) / dott. M. Losito (Università di Trieste) / prof. L. Perissinotto (Università di Venezia) / dott.ssa L. Pizzighella (Phd, Università di Venezia) / prof. Arch. R. Rizzi (Università di Venezia) / prof. F. Vercellone (Università di Udine) / prof. V. Vitiello (Università di Salerno).
La parte generale ha lo scopo di fornire le basi per comprendere il quadro complessivo dell’estetica e per offrire la possibilità di approfondire alcuni aspetti specifici ascoltando la voce e l’opinione di diversi studiosi ed esperti.

L’ESAME 
È possibile scegliere uno dei quattro percorsi sotto elencati. Unicamente per i non frequentanti è obbligatorio il testo: E. Rocca, (a cura di), Estetica e architettura, il Mulino, Bologna 2008. Per ciascun programma è possibile sostituire uno qualunque dei tre testi d’esame con uno dei libri menzionati tra i testi di supporto e approfondimento.
Per gli studenti che non posseggono alcuna conoscenza di storia della filosofia si consiglia di scegliere il terzo oppure il quarto programma poiché non richiedono presupposti storico-filosofici.
Il programma d’esame è stato concepito in termini modulari in modo da offrire allo studente sia uno sguardo di insieme, sviluppato durante il corso, che, ai fini di sostenere l’esame, la possibilità di approfondire gli aspetti di maggiore interesse del candidato.

Programma d’esame n. 1
1. M. Merleau-Ponty, L’occhio e lo spirito, SE, Milano 1989.
2. R. Kirchmayr, Merleau-Ponty. Una sintesi, Marinotti, Milano 2008.
3. E. Severino, Una tesi capitale di Husserl, in Studi di filosofia della prassi, Adelphi, Milano 1984, pp. 63-68.
Parte generale: E. Rocca, (a cura di), Estetica e architettura, il Mulino, Bologna 2008.

Testi di supporto e approfondimento (facoltativi) 
- M. Merleau-Ponty, La cosa e il mondo, in Fenomenologia della percezione, Bompiani, Milano 2003, pp. 393-449. Oppure, E. Severino, L’identità della follia, Rizzoli, Milano 2007.
- V. Costa, P. Spinicci, E. Franzini, La fenomenologia, Einaudi, Torino 2002. Oppure, R. Barbaras, La percezione, Mimesis, Milano-Udine 1994.
- E. Husserl, Meditazioni cartesiane, Bompiani, Milano 1994, (Introduzione, prima e seconda meditazione) pp. 37-83.


Programma d’esame n. 2 
1. E. Severino, Tecnica e architettura, Raffaello Cortina, Milano 2003.
2. M. Heidegger, L’origine dell’opera d’arte, in Sentieri interrotti, La Nuova Italia, Firenze 1990, pp. 3-69.
3. G. Vattimo, Introduzione a Heidegger, Laterza, Roma-Bari 2008.
Parte generale: E. Rocca, (a cura di), Estetica e architettura, il Mulino, Bologna 2008.

Testi di supporto e approfondimento (facoltativi)
- F. Volpi (a cura di), Heidegger, Laterza, Roma-Bari 1997, cap. V e VI.
- G. Agamben, L’uomo senza qualità, Quodlibet, Macerata 1994.
- M. Cacciari, M. Donà, R. Gasparotti, Le forme del fare, Liguori 1987, cap. II, pp. 47-75.


Programma d’esame n. 3
1. L. Wittgenstein, Ricerche filosofiche, Einaudi, Torino 1967, II parte, pp. 229-301.
2. A. C. Danto, La storicità dell’occhio, Armando, Roma 2007.
3. A. C. Danto, La trasfigurazione del banale, Laterza, Roma-Bari 2008.
Parte generale: E. Rocca, (a cura di), Estetica e architettura, il Mulino, Bologna 2008.

Testi di supporto e approfondimento (facoltativi)
- P. Bozzi, Unità identità causalità, Cappelli, Bologna 1969, cap. 1, pp. 21-145. P. Bozzi, Vedere come, Guerini, Milano 1998.
- L. Perissinotto, Wittgenstein. Una guida. Feltrinelli Milano 1997. Oppure, L. V. Distasio, Estetica e differenza in Wittgenstein, Carocci, Milano 1999.
-. M. Sambin, L. Marcato, Percezione e architettura, Raffaello Cortina Editore, Milano 1999. Oppure, R. Arnheim, La dinamica della forma architettonica, Feltrinelli, Milano 1991.


Programma d’esame n. 4
1. N. Goodman, I linguaggi dell’arte, Il Saggiatore, Milano 1961.
2. S. Chiodo, Che cos’è arte, Utet, Torino 2007, Parte prima.
3. N. Warburton, La questione dell’arte, Einaudi, Torino 2008.
Parte generale: E. Rocca, (a cura di), Estetica e architettura, il Mulino, Bologna 2008.

Testi di supporto e approfondimento (facoltativi)
- P. Spinicci, Simile alle ombre e al sogno, Boringhieri, Torino 2008.
- P. D’Angelo, Introduzione all’estetica analitica, Laterza, Roma-Bari 2008.
- E. Gombrich, Arte e illusione, Einaudi, Torino 1965, parte prima, pp. 39-115.

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