giovedì 18 marzo 2010

S. Holl / KIASMA



Il Corpo, la Luce Naturale e il Mondo» era uno dei titoli delle sue note di lavoro… Volevo in questo museo una serie di spazi,
ognuno dei quali avrebbe avuto un qualche lembo di luce naturale. Ci sono 25 gallerie, ciascuna delle quali ha un tipo differente di luce naturale. Quale strumento migliore per darne la misura se non il corpo stesso nel suo movimento attraverso la sequenza di spazi delle 25 gallerie. L’edifi cio stesso del museo è costituito da due geometrie intrecciate – una metà leggermente ricurva e l’altra rettilinea che la interseca. La rampa e il vano dell’entrata principale sono lo spazio intermedio tra queste due geometrie concatenate. Mentre il visitatore attraversa la sequenza di gallerie, il percorso torna ad intrecciarsi sul vuoto di questo spazio principale d’entrata. Tale intreccio dentro il grande spazio dà al visitatore un senso costante di riorientamento all’interno del tutto. Come il «rilevamento doppio e incrociato del visibile nel tangibile» (p. 151), man mano che si procede attraverso il grande spazio, una visione spaziale distanziata rimpiazza la visione artistica ravvicinata per poi rovesciare tutto di nuovo. Nel percorso intrecciato e pendente, si manifesta l’idea del visitatore visto all’improvviso da un altro visitatore (me stesso visto da fuori).
S. HOLL

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